23.09.2021 - Shenwei Li

Cina - una vita sotto pressione


Cina - una vita sotto pressione

La nostra analista Shenwei Li ci fornisce periodicamente una panoramica della vita quotidiana in Cina. Questa volta il tema è la pressione competitiva che pesa sui giovani cinesi.

Prima la sospensione dell’IPO della controllata di Alibaba, Ant, poi la “politica antitrust” che ha colpito in particolare le piattaforme online: per molti osservatori (e investitori) occidentali l’inasprimento della regolamentazione dei colossi di Internet imposto dal governo cinese è stato tanto improvviso quanto inaspettato. Per noi cinesi però è stato meno sorprendente. Tutt’al più, in retrospettiva, sono le tempistiche a sembrare un po’ arbitrarie. Col senno di poi questi provvedimenti si potrebbero spiegare con una parola chiave: “involuzione”.

In medicina, questo termine descrive un processo degenerativo in cui i singoli tessuti o organi si “restringono”, ad esempio dopo una gravidanza. Applicata al contesto cinese, la parola “involuzione” significa che la crescita economica sta iniziando a rallentare dopo 30 anni. In molti settori, quindi, la pressione della concorrenza è fortemente aumentata. Ecco alcuni esempi.

Inflazione delle lauree universitarie

Nell’Asia orientale si attribuisce un’enorme importanza all’istruzione e tutti vorrebbero frequentare le università migliori, che però hanno un tasso di ammissione di solo il 6,7% (a fronte di una media di tutte le università superiore al 60%). In Cina si laureano ogni anno fra gli otto e i nove milioni di studenti e la tendenza è in costante crescita. Di anno in anno però i neolaureati fanno sempre più fatica a trovare un lavoro. Dopotutto, se il numero di laureati aumenta, lo stesso diploma universitario perde valore. Al giorno d’oggi, solo un titolo conseguito in un ateneo di alto livello garantisce in una certa misura un futuro professionale promettente.

996 e 007

Eppure, anche chi si laurea nelle migliori università e viene assunto dalle aziende più ambite non sfugge alla pressione. La loro vita si svolge all’insegna del “996” (orario di lavoro dalle 9 di mattina alle 9 di sera, 6 giorni alla settimana, ndr) o dello “007”, ovvero turni di lavoro di 24 ore (dalle 0 alle 0) per 7 giorni la settimana. Capita sempre più spesso che le così famose “aziende migliori” licenzino i dipendenti che fanno pochi straordinari. Il concetto di “troppe poche ore” dipende da quanto lavorano gli altri colleghi del team.

Potenti algoritmi

Non sono solo gli ingegneri o i programmatori ben pagati a dover sfidare la concorrenza. La stessa impresa tocca anche ai tassisti che, ad esempio, competono sulle piattaforme online per ottenere dai passeggeri valutazioni a 5 stelle, da cui dipendono retribuzioni e bonus. In base a un algoritmo della stessa piattaforma, un autista quasi sempre reperibile o che trascorre molte ore sulla strada riceve più punti. Quindi anche per coloro che svolgono questi servizi senza (o con poca) copertura previdenziale, non basta più darsi solo molto da fare. Bisogna essere più zelanti degli altri. Se c’è anche solo una piccola possibilità che il passeggero si lamenti, il tassista farà di tutto per accontentarlo. L’importante è non perdere punti – a qualsiasi costo e a prescindere che sia effettivamente responsabile della lamentela.

Forte pressione sui prezzi

Spesso i prezzi in Cina restano invariati per anni, perché le aziende temono di perdere quote di mercato. A fine 2020, ad esempio, i principali portali video cinesi hanno subito per la prima volta un aumento di prezzo, sebbene nel frattempo il costo dei film sia ripetutamente aumentato. Per usare le parole del capo del noto servizio di intermediazione online Futu Securities: se una società sopravvive nel mercato cinese, operare nel resto del mondo sarà una passeggiata.

Pressione tra pari nel settore della cosmesi

Che la cosmesi sia particolarmente in voga nell’élite cinese già dalle giovani generazioni non è affatto una novità. Ora però anche gli interventi estetici stanno prendendo sempre più piede fra i giovanissimi. Persino chi prima non si preoccupava troppo dell’aspetto fisico, ora invidia i “ritocchini” degli altri. Secondo uno studio, nel 2020 il 61% dei pazienti di chirurgia estetica aveva tra i 16 e i 25 anni, mentre il 90% non arrivava nemmeno a 35 anni. Come se non bastasse, ora i chirurghi estetici si possono pagare anche a rate.

La depressione dei migliori

I media locali riferiscono sempre più spesso di problemi psicologici fra gli studenti delle università d’eccellenza. Non è raro che soffrano di depressione, tanto che il 30-40% di loro si è già rivolto ai reparti competenti degli ospedali universitari. A molti manca un obiettivo. Fin dall’asilo, la massima aspirazione era entrare in una delle migliori università. Ma sul lavoro la pressione diventa addirittura più insostenibile. A partire dai 35 anni, le critiche si fanno particolarmente aspre: chi finisce nel gruppo dei presunti “pigri” viene classificato come “incompetente” e prontamente licenziato.

La conseguenza è pressoché ovvia: alcuni (giovani) cinesi non sono più disposti ad assecondare questo sistema. Non vogliono più dedicare un’intera vita al lavoro o sacrificare la sfera privata per un avanzamento di carriera. Alcuni giovani “ad alto potenziale” preferiscono optare per un impiego nella pubblica amministrazione. Anche questa strada però è in salita e le liste dei candidati sono persino più lunghe di quelle delle migliori università. L’anno scorso, il tasso di ammissione al National Civil Servant Exam è stato del 2,5% (contro il 6,7% delle università d’élite).

Sempre più cinesi si chiedono come può vigere ancora il sistema del "996" in un paese comunista dove esiste una chiara legge sul lavoro? In Cina, quando qualcosa non va, la popolazione si aspetta che lo Stato intervenga. Forse in passato i cinesi sono stati troppo “favorevoli al capitale”. Eppure la Cina è una repubblica popolare dove la priorità dovrebbe ricadere appunto sugli interessi del popolo. La speranza ora è che la popolazione diventi più sociale e rallenti “l’involuzione”. Se ci riuscirà nessuno può saperlo. Una cosa però è certa: se non interverrà in modo credibile sul meccanismo di ridistribuzione, Pechino incorrerà presto nell’ira della gente.

Quest’anno il Partito Comunista festeggia il suo 100° compleanno. Nel 2020, le letture più in voga all’Università Tsinghua, considerata la migliore di tutto il paese, sono state le raccolte delle opere di Mao Zedong e di Karl Marx e Friedrich Engels. Presto l’Oriente potrebbe tornare a tingersi un po’ più di rosso.

 

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