I dazi previsti dagli Stati Uniti stanno turbando i mercati, come si può notare anche guardando ai titoli di Stato, dove è tornata a crescere la domanda di "beni rifugio". Come i mercati obbligazionari hanno reagito a Donald Trump.
Il Giorno della Liberazione ha portato agli americani - e al resto del mondo - soprattutto una cosa: nuove incertezze. I mercati si sono infatti mossi poco dopo la presentazione da parte del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di una serie di nuovi dazi nel "Giorno della Liberazione" (lasciando molte domande senza risposta). Se da una parte i mercati azionari hanno virato al ribasso, è aumentata invece la domanda di titoli sicuri, come si evidenzia, ad esempio, nel significativo aumento dei prezzi dei titoli di Stato statunitensi, che ha avuto come contrappeso un calo dei rendimenti. I titoli di Stato tedeschi hanno registrato un andamento simile, anche se in misura minore.
Le incertezze riguardano sia il "quadro generale" degli sviluppi macroeconomici sia gli specifici scenari di mercato. Attualmente aleggia su tutte le previsioni soprattutto il timore che negli Stati Uniti possa profilarsi una stagflazione, almeno se questi dazi eccessivi rimarranno in vigore. L'inflazione tornerà a salire in modo significativo e la crescita economica si fermerà. Ma è molto difficile prevedere sia la durata sia l'intensità di uno scenario di questo tipo.
E così tutti gli occhi sono puntati sulle banche centrali. La Federal Reserve (Fed) si trova di fronte a un percorso a ostacoli. Ad esempio, in un contesto di accelerazione della dinamica dell'inflazione, potrebbe operare un numero minore di tagli dei tassi di interesse. Oppure, in caso di recessione, potrebbe optare per tagli più rapidi dei tassi d'interesse, se in questo scenario l'inflazione dovesse rivelarsi "transitoria". Per quanto riguarda la Banca Centrale Europea (BCE), l'effetto (potenzialmente) negativo sulla crescita potrebbe spingerla a ulteriori tagli dei tassi di interesse. In questo scenario, ad esempio, a fine anno il tasso di interesse di riferimento si attesterebbe solo all'1,75%, anziché il 2,00% annunciato in precedenza.
Dopo l'annuncio delle dogane, fino al mezzogiorno del giorno successivo, il mercato obbligazionario ha registrato i seguenti movimenti
I Treasury statunitensi decennali hanno reso il 4,05%, quasi 13 punti base (bps) in meno rispetto a prima dell'annuncio di Trump. I Bund tedeschi decennali hanno reso il 2,65% (sette punti base in meno).
Il divario di rendimento tra i Treasury statunitensi a 10 anni e i Bund tedeschi si è ulteriormente ridotto, attestandosi di recente a soli 140 punti base.
Le aspettative di inflazione a breve termine sono aumentate rapidamente: l'inflation swap statunitense a un anno è salito di +16 bps durante la notte al 3,41%. A titolo di confronto, nell'ottobre dello scorso anno lo strumento di copertura era ancora scambiato a circa il 2,2%.
Le aspettative di inflazione a lungo termine, invece, sono rimaste stabili. Le medie decennali negli Stati Uniti sono rimaste pressoché invariate al 2,44% e nell'Eurozona all'1,94% (mercato degli swap sull'inflazione).
Anche le aspettative degli operatori di mercato nei confronti delle banche centrali sono cambiate. Gli investitori si aspettano che la Fed tagli i tassi di interesse di 88 punti base entro la fine del 2025, rispetto ai 70 punti base del giorno precedente. La BCE dovrebbe tagliare i tassi di interesse di 67 punti base (rispetto ai 60 punti base del giorno precedente), il che di solito significa quasi tre tagli dei tassi di interesse di 25 punti base ciascuno.
Anche prima dei recenti sviluppi, i nostri portafogli obbligazionari erano posizionati in modo piuttosto difensivo. Per quanto riguarda la qualità del credito, già da tempo l'attenzione è concentrata sui titoli di qualità migliore, come le obbligazioni societarie. Il portafoglio di titoli di Stato, le cui quotazioni sono cresciute durante la "fase calda", ha contribuito positivamente in questo contesto turbolento. Anche in questo caso siamo attenti a un'accurata diversificazione, sia in termini di regioni che di protezione dall'inflazione. Inoltre, una duration costruttiva durante il calo dei rendimenti ha contribuito positivamente alla performance.
L’obiettivo rimane quello di garantire la solidità del portafoglio obbligazionario. Ma la flessibilità non è meno importante. Spesso i periodi di turbolenza portano a eccessi sui mercati, che possono rappresentare opportunità per gli investitori attivi.
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