29.06.2023 - Flossbach von Storch

Un breve bilancio intermedio


Un breve bilancio intermedio

La prima metà dell'anno sta per finire. È tempo di guardarsi indietro: l'intento è più che altro quello di suggerire di non prendere troppo seriamente retrospettive e previsioni, soprattutto quando c'è di mezzo la Borsa.

Se guardiamo ai principali indici azionari negli Stati Uniti e in Europa, la prima metà dell'anno non è stata negativa per gli investitori. Certo, mancano ancora tre giorni di contrattazioni, compreso quello di oggi, ma se non ci saranno "sorprese", a fine mese il mercato azionario in generale sarà in netto rialzo. Un segno positivo che peraltro molti investitori non si attendevano.

Qualche mese fa, Thomas Lehr, il nostro stratega del mercato dei capitali, ha letto gli outlook annuali di 107 asset manager (per un totale di ben 1507 pagine!) per farsi un quadro d'insieme, per sé e per noi: quali sono le aspettative sul mercato dei capitali, e le opportunità e i rischi che riflettono attraverso di esse? 

I rischi non sono scomparsi

Riassumendo, la stragrande maggioranza degli autori di quegli outlook non ipotizzava un primo semestre dell'anno molto positivo per gli azionisti, al contrario molto negativo. Alla luce dei fattori di rischio che esistevano all'epoca e che esistono tuttora ( inflazione , lotta all'inflazione, recessione, guerra), uno scenario del genere sembrava fin troppo plausibile, e anche noi eravamo prudenti. La stragrande maggioranza dei rapporti prevedeva una ripresa solo nella seconda metà dell'anno. Ma le cose sono andate diversamente.

Le previsioni sul mercato dei capitali, tanto più su periodi di tempo così brevi, sono e restano un esercizio alquanto ingrato. Ecco perché tradizionalmente evitiamo di fare previsioni precise. Dove sarà il Dax alla fine dell'anno, e l'euro, e il prezzo dell'oro e i tassi di interesse?

Nessuno sa cosa può succedere tra un anno, figuriamoci tra sei mesi. E anche sapendolo, non è detto comunque che riuscirebbe a trarne qualche beneficio.

Trump e la Brexit

Il nostro esempio preferito è il 2016, l'anno in cui la maggioranza dei britannici ha deciso di non voler più far parte dell'Unione europea, e l'anno in cui Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti. Supponiamo che all'inizio dell'anno avessimo saputo come sarebbero andate poi le cose. Cosa avremmo fatto allora? Avremmo aumentato in modo significativo le nostre posizioni azionarie? Probabilmente no. Ci saremmo aspettati forse una correzione significativa e forse prolungata, il caos - e in quel caso avremmo sbagliato...

Le previsioni nascono dal desiderio fin troppo umano di togliere un po' del malessere che nasce dall'imprevedibile. O al contrario: dare certezza e orientamento. La verità è che: è meglio non farci affidamento.

Meglio guardare invece alla qualità delle società in cui si investe. Osservare le potenzialità di guadagno a lungo termine. Se poi si riesce ad acquistare queste azioni a un prezzo interessante, allora ci si può sedere e rilassare. Bisogna essere pazienti e attendere. Nel frattempo, non bisogna temere le turbolenze dei mercati azionari nè bisogna dare troppo peso alle previsioni. Bisogna infatti vederle per quello che sono: parte del rumore quotidiano del mercato azionario.    

 

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