23.10.2023 - Julian Marx

Tutto è già stato detto


Tutto è già stato detto

Ogni sei settimane, la Banca Centrale Europea decide in merito alla direzione della sua politica monetaria. E allora tutti gli occhi del mondo finanziario sono puntati su Christine Lagarde. Ma le sorprese sono spesso rare.

La prossima riunione è fissata per giovedì 26 ottobre 2023 e, come sempre, quando la Presidente della Banca Centrale Europea (BCE) Christine Lagarde si presenterà davanti alle telecamere alle 14:45, tutti i riflettori saranno puntati su di lei. Il mondo finanziario penderà dalle sue labbra, in trepidante attesa delle nuove decisioni di politica monetaria del Consiglio direttivo della BCE. Ma gli operatori di mercato possono davvero aspettarsi novità degne di questo termine? Facciamo il punto della situazione.

Prevedibilità in periodi di incertezza

Dal punto di vista dei guardiani dell’euro, la posizione di partenza è invariata da parecchi mesi. Certo, a settembre l’inflazione nell’Eurozona è calata al 4,3%, scendendo per la prima volta sotto la soglia del 5% dal lontano novembre 2021. Ma l’obiettivo di stabilità dei prezzi, che mira a un tasso di inflazione annuo del 2%, è ancora molto lontano. Pertanto, i futuri sviluppi economici e inflazionistici si confermano alquanto incerti.

Dal punto di vista della politica monetaria, oggi è più importante che mai mitigare l’incertezza nei confronti del futuro almeno attraverso un operato trasparente e prevedibile dei banchieri centrali. Così potranno ancorare al meglio le aspettative di inflazione intorno al target del 2%, per tornare nel medio termine all’obiettivo di inflazione dichiarato e garantire una maggiore visibilità per chi deve assumere decisioni di consumo e investimento. A tal proposito, la BCE ha definito il perseguimento di una politica monetaria prevedibile come un obiettivo esplicito del suo operato, ribadendolo non da ultimo durante la revisione della sua strategia, completata a luglio 2021.

Chi ascolta è a metà dell’opera

Questi propositi si concretizzano nella pratica con una divulgazione continua di informazioni. I discorsi, le interviste o le relazioni della BCE o dei suoi principali banchieri centrali rivelano molto sulle decisioni future in materia di tassi d’interesse. Riguardo alla prossima riunione del 26 ottobre quindi ci sono buoni motivi per credere che la BCE possa decidere di sospendere i rialzi dei tassi per la prima volta dopo dieci aumenti consecutivi. Se così fosse, il tasso di riferimento della BCE per le operazioni di rifinanziamento principali rimarrebbe al 4,5%.

Questa tesi ha un duplice fondamento: innanzitutto, il 12 ottobre la BCE ha pubblicato il contenuto delle discussioni inerenti la precedente mossa sui tassi d’interesse. Nel documento si legge che già la decisione del 14 settembre di alzare i tassi era stata presa con una maggioranza risicata. In quel caso, determinanti sono state anche considerazioni di natura tattica. Si temeva infatti che una prima pausa nei rialzi dei tassi a settembre potesse essere precoce e dare l’impressione che la BCE non fosse abbastanza determinata nella lotta all’inflazione.

Inoltre, la BCE non si stanca mai di sottolineare che i suoi tassi di riferimento rientrano ora ampiamente in un intervallo restrittivo. Il capo economista della BCE Philip Lane ha ripreso questo concetto in un’intervista dell’11 ottobre, spiegando che la capacità delle imprese di trasferire gli aumenti dei prezzi ai clienti diminuisce quando già le condizioni restrittive dei tassi d’interesse frenano comunque la domanda aggregata nell’economia. Anche il presidente della Bundesbank tedesca Joachim Nagel ha recentemente riconosciuto che “i dieci aumenti dei tassi d’interesse apportati finora dalla BCE hanno avuto il loro effetto”.

Poco spazio all’interpretazione

Non è ancora detta l’ultima parola, ma molti elementi fanno pensare che la BCE stia davvero per indire una prima pausa ai rialzi dei tassi d’interesse. Forse già giovedì prossimo. In ogni caso, non ci sarà molto spazio per le sorprese alle prossime riunioni della BCE sui tassi d’interesse. Come sempre, infatti, i banchieri centrali cercheranno di dare indicazioni preziose sulla futura linea d’azione già nel periodo precedente la decisione, in modo che la politica monetaria non alimenti ulteriormente la già elevata incertezza, ma anzi, cerchi il più possibile di dissiparla. E prima che i riflettori si accendano nuovamente sulla Presidente della BCE Lagarde, forse sarà già stato detto tutto.

 

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