18.01.2023 - Julian Marx

Quasi al limite


Quasi al limite
US-Congress

31.381 miliardi di dollari: a tanto ammonta la soglia massima di indebitamento pubblico fissata dal governo statunitense. Ora sembra che questo limite sia stato raggiunto. Quali saranno le conseguenze?

Al 31 dicembre 2022, l’indebitamento totale degli Stati Uniti ammontava a 31.347 miliardi di dollari, appena 34 miliardi al di sotto del limite massimo. Se il tetto del debito non verrà innalzato, l’amministrazione di Joe Biden dovrà affrontare mesi turbolenti. Una volta raggiunto il limite di indebitamento, infatti, bisognerà in qualche modo ridurre le spese per onorare gli obblighi di rimborso degli interessi e del capitale e scongiurare un’insolvenza del governo americano.

Uno scenario che il Segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen vuole evitare a tutti i costi. Proprio per questo, in una lettera aperta datata 13 gennaio 2023 ha informato che il tetto del debito sarebbe stato raggiunto molto presto – secondo i suoi calcoli il 19 gennaio 2023. E adesso?

Nel breve termine, la Tesoriera può evitare conseguenze di vasta portata garantendo la solvibilità del governo americano attraverso misure straordinarie. Ad esempio, sta rinviando il reinvestimento di fondi nei piani pensionistici dei dipendenti del settore pubblico – escamotage che, tuttavia, non è risolutivo. Secondo Janet Yellen, in questo modo si potrà garantire la solvibilità del governo statunitense più o meno fino a giugno, dopodiché serviranno soluzioni a lungo termine.

Non senza il Congresso

In realtà, da un punto di vista formale, la soluzione a lungo termine al problema è relativamente semplice: il tetto del debito va innalzato. La decisione in proposito spetta al Congresso. Il metodo è collaudato. Dal 1917, infatti, il tetto del debito è già stato modificato 102 volte e negli ultimi anni è stato addirittura sospeso per brevi periodi (si veda Grafico).

Ogni anno la stessa storia
Ogni anno la stessa storia

Storicamente quindi è molto probabile che nei prossimi mesi il Congresso americano raggiunga un accordo unanime al riguardo. Inoltre, le conseguenze sociali ed economiche di una decisione in senso contrario sarebbero difficilmente giustificabili da qualunque politico ragionevolmente responsabile. Restano comunque dei rischi. In fondo i Democratici hanno perso la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti e dopo i 15 tentativi necessari per eleggerne il nuovo presidente all’inizio di gennaio, non si può escludere una certa opposizione anche nelle discussioni sul tetto del debito. 

Senza accordo, i tagli incombono

Tuttavia, se non si raggiungerà un accordo e il debito salirà davvero al tetto massimo, le conseguenze sociali ed economiche potrebbero essere potenzialmente devastanti. Basta dare un’occhiata ai conti pubblici: il disavanzo di bilancio degli Stati Uniti nell’ultimo esercizio fiscale è stato di 1.375 miliardi di dollari. Se si considera una spesa pubblica complessiva pari a 6.272 miliardi di dollari, ciò significa che quasi il 22% è stato finanziato con prestiti. Se ora dovesse entrare in vigore il cosiddetto “freno all’indebitamento”, il governo statunitense non potrà più finanziare i propri esborsi con nuovo debito e anzi dovrà effettuare tagli significativi alla spesa.   

Ma dove si dovrebbe (e potrebbe) tagliare? Una voce particolarmente esosa è il bilancio della difesa. Ma con la guerra in Ucraina, una riduzione in questo ambito non sarebbe certo nell’interesse dell’Occidente. E comunque, anche interrompendo del tutto le attività del Dipartimento della Difesa americano, i costi – misurati sull’esercizio 2022 – si ridurrebbero di “soli” 727 miliardi di dollari. In altre parole, persino azzerando la spesa nel 2022 sarebbe stato impossibile compensare il deficit dello scorso anno.   

In alternativa si potrebbe pensare di sospendere le pensioni di anzianità e reversibilità. Nell’ultimo esercizio fiscale, i pensionati hanno incassato circa 1.100 miliardi di dollari. Questa misura consentirebbe di “coprire” quasi l’intero deficit, ma non sarebbe giustificabile dal punto di vista sociale. Nel 2021, circa 50 milioni di americani hanno percepito una pensione di anzianità o di reversibilità, che per molti è anche l’unica fonte di reddito.   

Il senso del tetto del debito  

Ma che funzione ha il tetto del debito se viene sistematicamente adeguato con cadenza annuale? Nella pratica, la presunta utilità di un tetto del debito – ovvero la disciplina di bilancio – non è affatto un vantaggio. Il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo degli Stati Uniti ha superato il 100% – un livello a cui nemmeno l’Eurozona si avvicina.  

Inoltre, c’è il rischio che il Congresso non riesca a trovare un accordo sull’innalzamento del limite massimo e che si debba realmente procedere con drastici tagli alla spesa. Non è tutto: un’incombente insolvenza del governo americano potrebbe destabilizzare profondamente i mercati dei capitali globali e limitarne la capacità di funzionamento. Come se non bastasse, le fazioni politiche estreme potrebbero guadagnare potere negoziale per perseguire i loro obiettivi se i loro voti risultassero necessari per alzare la soglia massima di indebitamento.  

È evidente quindi che il tetto del debito statunitense comporta anche qualche inconveniente. In effetti, poiché il vantaggio teorico della disciplina di bilancio spesso non trova riscontro nella pratica, non è del tutto chiaro quale sia il vero valore aggiunto di questo meccanismo di limitazione dell’indebitamento. Una cosa però è certa: la decisione ormai annuale riguardo a un possibile aumento del tetto del debito attira parecchia attenzione e assicura un buon grado di trasparenza. Il limite all’indebitamento, infatti, è un ottimo promemoria per i politici riguardo alle responsabilità assunte nei confronti dell’elettorato. Un aspetto che, in una democrazia pienamente realizzata, non va affatto sottovalutato.   

 

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