18.09.2019 -
Per la prima volta, alla presidenza della Banca centrale europea (BCE) ci sarà una donna: Christine Lagarde, finora a capo del Fondo monetario internazionale (FMI), in autunno prenderà il posto di Mario Draghi. Cambierà qualcosa nella politica di bassi tassi d’interesse della zona euro? Probabilmente no. Anzi, potrebbe perfino inasprirsi
Come la pensa in realtà Christine Lagarde? Riteniamo che proseguirà la strada intrapresa da una BCE sempre più politicizzata. Il suo pragmatismo, che lascia presagire anche una politica monetaria flessibile, era già evidente nel 2010, quando, mentre era Ministro delle finanze francese, durante il “salvataggio” della Grecia si fece notare per la frase: “Abbiamo violato tutte le regole perché volevamo serrare le file e salvare davvero la zona euro.”
In qualità di funzionario politico, è favorevole alla continuità della politica monetaria nell’area euro. La sua nomina conferma la nostra convinzione che anche in futuro la BCE farà di tutto per tenere unito l’euro – “whatever it takes - a qualunque costo”. A causa dell’elevato indebitamento di alcuni Paesi dell‘area euro, questo non può che essere interpretato come un segnale del proseguimento della politica di bassi tassi d’interesse.
Non è da escludere che sarà persino più accomodante. Le ultime settimane potrebbero essere state un assaggio di quello che succederà. Le recenti dichiarazioni di Mario Draghi indicano che, dopo circa dieci anni, siamo solo all’inizio della politica di bassi tassi d’interesse – e non alla fine.
Il ritorno all'aumento dei tassi d'interesse appare piuttosto irrealistico. Se nemmeno gli USA, dove l’economia gira per il verso giusto, riescono a mantenere un livello di tassi “normale”, come potrà mai farcela una fallimentare Eurozona?
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