16.07.2020 -
Nonostante i primi segnali di ripresa dell’economia, sui paesi industrializzati incombe la minaccia di una recessione di proporzioni storiche. Tuttavia, negli ultimi mesi, i mercati azionari hanno registrato notevoli guadagni.
Anche se per ora del 2020 è trascorso solo il primo semestre, quest’anno è già destinato a entrare nella storia delle borse. Dopo lo scoppio della pandemia di coronavirus, al picco massimo della crisi l’indice azionario tedesco ha perso un buon 39% mentre l’omologo statunitense S&P 500 ha ceduto quasi il 34%.
Il tracollo è durato solo quattro settimane, dopodiché la situazione è tornata a migliorare, per quanto i vecchi massimi non siano ancora stati raggiunti. Alla fine del primo semestre, la perdita subita dal Dax equivaleva a circa il 7% su base annua, a fronte di un calo approssimativo del 4% per lo S&P 500. Eppure, l’indice tecnologico statunitense Nasdaq ha già segnato un nuovo record assoluto risalendo di oltre il 12% da inizio anno:
uno sviluppo positivo ascrivibile a diversi motivi. Le massicce misure di sostegno adottate dai governi e dalle banche centrali hanno alimentato l’ottimismo, con un’ondata di liquidità senza precedenti.
Questo elenco è ovviamente tutt’altro che completo e potrebbe essere ampliato a piacere. In borsa i prezzi riflettono un “effetto collaterale” della pandemia: molti operatori di mercato si aspettano che le misure politiche sostengano l’economia reale e che almeno una parte dell’ondata di liquidità raggiunga direttamente i mercati azionari.
Rimane tuttavia il rischio di nuovi e parziali lockdown, come dimostrato di recente dal forte aumento dei contagi e dei ricoveri ospedalieri in alcuni Stati americani. Nonostante il sostegno della politica monetaria e gli aiuti statali, è lecito chiedersi se i rischi economici siano attualmente inclusi nelle valutazioni di tutti i titoli. I dati economici del secondo trimestre potrebbero quindi fungere in un certo senso da cartina tornasole della situazione reale. Vero è che la pandemia non ha rivelato solo le debolezze delle aziende, ma anche i loro punti di forza. Questo ci permette di focalizzare ulteriormente l’attenzione sulla qualità e di concentrarci su realtà ben finanziate, con guadagni stabili e prevedibili e modelli di business difficilmente imitabili.
Nonostante l’andamento positivo dei mercati azionari e obbligazionari degli ultimi mesi, anche il prezzo dell’oro è rimasto stabile, a riprova del fatto che il metallo prezioso è considerato sempre più spesso come un’alternativa al denaro creato artificialmente e con tassi d’interesse negativi delle banche centrali. L’ondata di liquidità dispiega i suoi effetti sui mercati dei capitali.
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