24.04.2020 -
Il coronavirus ha colpito i mercati finanziari con tutta la sua forza. E anche l’oro, il tanto decantato “metallo di crisi”, ha perso terreno, almeno temporaneamente, prima che il suo prezzo si riprendesse. Ma come può essere?
L’oro non salva dalle pandemie. E nemmeno dalle crisi politiche. Per lo meno, non sempre. In sostanza, contrariamente a quanto spesso si sostiene, l’oro non è affatto un “metallo di crisi”. Almeno non per ogni crisi. Ecco perché non si può desumere che l’oro guadagni solo perché i prezzi azionari crollano, a prescindere dal motivo.
Tuttavia, molti investitori sono rimasti visibilmente delusi quando allo scoppio della crisi del coronavirus hanno visto calare in borsa non solo i corsi azionari, ma anche il prezzo dell’oro. Ma qual è stato il motivo? La spiegazione è relativamente semplice. Un andamento simile è stato osservato infatti anche durante la crisi finanziaria: quando i corsi sono crollati in seguito al fallimento di Lehman Brothers, anche il prezzo dell’oro è scivolato al ribasso.
Allora come oggi, molti investitori avevano urgente bisogno di liquidità. E chi necessita di capitali immediati per adempiere ai propri obblighi di pagamento vende soprattutto beni di alta qualità, facilmente realizzabili e con i quali si possono ottenere anche prezzi ragionevoli, come per l’appunto l’oro.
Il successivo aumento dei prezzi di marzo ci permette però di trarre un’altra conclusione, a nostro avviso più importante: gli investitori cominciano a rendersi conto delle conseguenze a lungo termine della crisi del coronavirus e degli enormi pacchetti di aiuti governativi che l’accompagneranno. Un massiccio aumento del debito globale, abbinato a politiche ultra-accomodanti delle banche centrali, che siamo convinti proseguiranno a tempo indeterminato – o quanto meno fino alla prossima riforma monetaria.
In questo contesto, è probabile che la natura assicurativa dell’oro e la sua funzione di conservazione del valore siano messe ancor più in evidenza. Anche se solitamente è difficile fare dei confronti: durante la crisi finanziaria, non c’è stato solo un calo dei prezzi, bensì anche un successivo rialzo. E anche allora si era consapevoli del fatto che il debito stava fortemente aumentando e che le banche centrali avrebbero allentato sempre più le proprie redini politiche.
In fine, l’oro è sempre forte quando le valute (cartacee) sono deboli – situazione che nei prossimi anni si prospetta alquanto probabile. L’oro quindi non è tanto un “metallo di crisi”, quanto più una “valuta forte” – la valuta di ultima istanza – che a nostro avviso non dovrebbe mai mancare in un portafoglio ampiamente diversificato.
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