14.03.2023 -
Il crollo di due banche statunitensi sta agitando i mercati azionari. La prossima crisi finanziaria è alle porte?
I fallimenti della Silicon Valley Bank (SVB) e della Signature Bank fanno temere una nuova crisi nel sistema finanziario. I media stanno già speculando su chi potrebbe essere il prossimo nome eccellente a cadere, proprio come nel Domino day. Un tassello dopo l’altro. Viene da pensare al 2008, quando la banca d'investimento statunitense Lehman Brothers fallì e alle conseguenze che ne derivarono. Ma i timori sono giustificati?
Pensiamo di no, anche se qualche parallelo con quanto avvenuto allora si potrebbe certamente trovare: ad esempio una certa disattenzione, per usare un eufemismo, da parte dei dirigenti nel gestire i rischi potenziali. Ogni apprendista bancario impara all'inizio della sua carriera quali rischi si nascondono dietro alla trasformazione dei depositi a breve termine in prestiti e obbligazioni a lungo termine, ancor più negli investimenti considerati sicuri ma soggetti al rischio di prezzo . Un errore evitabile, in quanto si tratta di una pecca di gestione e non di un errore di sistema.
La reazione del regolatore è arrivata prontamente e questo ci rende fiduciosi. In brevissimo tempo, la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) degli Stati Uniti ha garantito tutti i depositi e la Federal Reserve (Fed) statunitense ha già lanciato un nuovo programma di prestiti per le banche, anche per prevenire ulteriori fallimenti.
La rapidità della reazione è certamente il frutto di una lezione vissuta nel 2008, quando il fallimento di Lehman Brothers aveva lo scopo di dare un esempio, ma ha finito per aggravare la crisi. Questa volta il messaggio della Fed è diverso: la stabilità del sistema finanziario non deve essere, e non sarà, attaccata. Il regolatore ha fatto il suo dovere. Le banche, dal lato loro, hanno fatto altrettanto: i livelli di capitale proprio e i coefficienti di liquidità sono molto migliori oggi rispetto a 15 anni fa.
Nelle ultime settimane il presidente della Fed Jerome Powell ha ripetuto, quasi pregando, che i rialzi dei tassi di interesse saranno dolorosi per molti e che la lotta all’inflazione non può essere gestita senza danni. Il fallimento della SVB è un danno collaterale. Così come ’ è successo per alcuni fondi pensione britannici, che hanno dovuto essere salvati dalla Banca d'Inghilterra alla fine di settembre. E ne seguiranno altri.
La domanda cruciale è: quanti danni possono ancora infliggere la Fed e le altre banche centrali prima di mettere in discussione le loro politiche antinflazione? Questo lo vedremo.
Una cosa è certa: quanto prima la Fed dovrà invertire la rotta nella lotta all' inflazione , tanto più difficile sarà per Jerome Powell mantenere la promessa di riportarla a un livello contenuto.
A quel punto l'inflazione potrebbe avere probabilmente la meglio...
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