24.06.2020 -
A volte, per capire una crisi, è utile guardare come si sono svolte le altre, per confrontare, e possibilmente individuare parallelismi, che possano fornire indizi su come procederà - o meglio potrebbe procedere. Quale potrebbe essere dunque l’andamento nel caso del Covid-19?
Non pochi investitori credono che le crisi seguano un certo “copione”. Idealmente uno schema familiare, simile a quello delle crisi precedenti. Così, anche quando il Covid-19 ha fatto irruzione sui mercati dei capitali, i raffronti sono sorti spontanei. Ci sono crisi in qualche modo simili a quella attuale?
Diverse si prestano al confronto: se si prende come metro di valutazione la sola forza con cui il Covid-19 ha colpito l’economia globale, espressa in termini di posti di lavoro che il virus sta distruggendo e rischia di continuare a distruggere, il pensiero va quasi inevitabilmente alla Grande Depressione degli anni Trenta. Una crisi che ha cambiato il mondo – economicamente, ma anche politicamente. Già solo per la sua portata, la Grande Depressione è il punto di partenza per la ricerca di eventuali parallelismi per tutte le crisi dei nostri tempi.
A venire in mente è anche la crisi finanziaria culminata nel 2008 con il fallimento della banca d’investimento statunitense Lehman Brothers, che a sua volta è sempre stata paragonata alla Grande Depressione. I suoi effetti si respirano tuttora fin nei minimi dettagli fra la maggior parte degli operatori di mercato. E anche nell’andamento dei prezzi azionari. Alle drastiche battute d’arresto del 2007 è infatti seguita una altrettanto significativa ripresa, prima che i prezzi tornassero a scendere a nuovi minimi nel 2008 e nel 2009. Nel 2020/2021, le borse seguiranno un tracciato simile, cioè bisogna aspettarsi il “colpo di grazia”?
Nessuno può prevederlo con certezza, ma riteniamo ci siano validi motivi per sostenere il contrario. Per quanto i prezzi possano calare in qualsiasi momento – uno scenario per altro probabile visto il fragile contesto di mercato – non scivoleranno a nuovi minimi, almeno non secondo le prospettive odierne.
A differenza della crisi finanziaria, quella del Covid-19 non è – o almeno non ancora – una “crisi sistemica”, bensì una crisi scatenata da uno shock esterno. Se le circostanze attuali dovessero trasformarsi in una crisi sistemica perché le banche sono di nuovo in difficoltà, né i politici né le banche centrali dovrebbero permettere che si verifichi un secondo caso Lehman, men che meno per farne un esempio.
Le principali banche centrali hanno già dichiarato di voler “andare in All-in”. La Federal Reserve (Fed) statunitense, ad esempio, ha promesso il 23 marzo di fornire un sostegno praticamente illimitato. E le altre banche centrali non saranno da meno. Queste massicce misure di supporto, unitamente agli ingenti programmi congiunturali, contribuiranno a cementare i tassi d’interesse ai minimi storici. Per molto tempo a venire.
Gli investimenti azionari saranno quindi un “must” nei prossimi anni. Anche se a volte potrebbero comportare profonde oscillazioni.
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