28.09.2023 -
Il luna park e la borsa valori hanno più cose in comune di quanto si possa pensare. Un breve excursus.
Se, come me, avete dei figli, prima o poi capiterà anche a voi di portarli al parco divertimenti. E vorranno provare tutte le attrazioni: la giostra a seggiolini volanti, le montagne russe, la cabina della cartomante o il treno fantasma.
La cosa più importante di tutta la gita: fare un programma, soprattutto per i parchi più grandi. Dove si trovano le giostre migliori? Che percorso bisogna seguire per riuscire a farne quante più possibili prima della chiusura (e a seconda dell’umore e delle condizioni dei bambini!)? Dove si può fare una pausa e mangiare un bel panino con le patatine? Dove si può prendere un gelato?
L’ideale sarebbe andarci accompagnati da una guida esperta, che vi possa consigliare perché ci va spesso, conosce sia le giostre che le vostre preferenze e può quindi darvi consigli preziosi su quali montagne russe sono adatte ai vostri bambini e quali, invece, sono troppo adrenaliniche per la loro età.
Probabilmente una guida vi darebbe anche un’opinione spassionata sulla cartomante o saprebbe quali sono le probabilità di vincita al chiosco della lotteria (minime o davvero pessime?!). In sostanza: vi aiuterebbe a trovare cosa fa al caso vostro.
Quando si tratta di investire denaro, le cose non sono molto diverse. Molti sono inesperti e quindi insicuri sull’argomento per svariate ragioni, talvolta anche piuttosto personali. Alcuni si sentono semplicemente sopraffatti e hanno bisogno di qualcuno che li sostenga e li aiuti a trovare l’investimento giusto per i loro obiettivi e, non da ultimo, per il loro benessere.
È qui che entrano in gioco “gli accompagnatori del parco”, ovvero i numerosi consulenti delle banche e delle casse di risparmio, ma anche gli agenti indipendenti e i gestori patrimoniali. Questi professionisti aiutano i clienti a definire i loro obiettivi di investimento e a selezionare gli strumenti giusti per raggiungerli. Per proseguire con la metafora del luna park, consigliano le giostre giuste perché ne conoscono bene le peculiarità, le opportunità e i rischi.
Immaginiamo quindi di passeggiare insieme tra le varie attrazioni e di fermarci a due stand. Il primo sarà la tenda dei tarocchi. Di solito si trova vicino all’ingresso o infilata tra due giostre più grandi. Non rientra fra le attrazioni principali, ma è molto popolare: dopotutto chi non vorrebbe sapere cosa riserva il futuro?
La cartomanzia si ritrova anche nell’industria finanziaria. Solo che lì si chiama “previsione”. Prendiamo ad esempio gli outlook annuali: fra poco saremo inondati da nuove previsioni sull’andamento dei mercati azionari nel 2024...
Le sezioni di finanza dei giornali si riempiranno di intere pagine di tabelle dense di proiezioni dei più svariati autori, che riportano ordinatamente, colonna per colonna, varie stime per altrettanti investimenti: Dax, Dow, euro/dollaro, tassi d’interesse, prezzo del petrolio. In assenza di eventi eclatanti, le previsioni sono perfette come titoli di copertina o notizie bomba. In edicola si vendono a meraviglia.
Purtroppo, nel settore finanziario ci si fida molto delle previsioni. Dopotutto, almeno agli occhi dei lettori, chi elabora prospettive passa l’intera giornata a studiarne i fattori sottostanti. Senza dubbio è così, ma nessuno ha la sfera di cristallo.
I vari mercati sono influenzati da innumerevoli fattori, compresi aspetti imponderabili e catastrofi. Fare una previsione accurata a sei o dodici mesi – che sono un lasso di tempo brevissimo – è semplicemente impossibile!
Farò un breve esempio: a fine 2022, il mio collega Thomas Lehr, uno dei nostri due strategist del mercato dei capitali, ha letto gli outlook annuali di 107 gestori patrimoniali, per un totale di ben 1507 pagine, per farsi un’idea generale, per sé e per noi, di quali siano le aspettative sul mercato dei capitali e di che rischi e opportunità riflettano.
Riassumendo, la stragrande maggioranza degli autori di quegli outlook ipotizzava che il primo semestre dell’anno non sarebbe stato positivo per gli azionisti, anzi sarebbe stato un vero disastro. Alla luce dei fattori di rischio che esistevano all’epoca e che esistono tuttora ( inflazione , lotta all’inflazione, recessione, guerra), uno scenario del genere sembrava fin troppo plausibile, e anche noi eravamo prudenti. In (quasi) tutti i rapporti si leggevano previsioni di ripresa, con i “prezzi d’acquisto”, solo a partire dalla seconda metà dell’anno. Come tutti sappiamo, le cose sono andate diversamente...
Tra l’altro, anche chi fa pronostici sa bene che la validità delle previsioni è limitata (onestamente non sono sicuro di poter dire lo stesso di chi fa i tarocchi...). Ad ogni modo ci provano, perché – proprio come i cartomanti – sono pagati per farlo.
Tutto sommato, i cartomanti partono dal presupposto che il pubblico si aspetti proprio questo da loro: previsioni. Una seppur labile fiammella per far luce sull’incertezza del futuro. È qualcosa che aiuta a superare le paure. Tutti vogliamo certezze anche dove in realtà non ne esistono. È comprensibile, insomma: è umano.
Tuttavia, una “buona guida” non si stancherà mai di ricordare quanto sia poco affidabile il circo dei pronostici. Spiegherà che tutte le previsioni sono suoni più o meno distorti del "rumore" giornaliero sui mercati azionari.
Talvolta possono divertire, ma non dovrebbero mai essere vincolanti né influenzare le decisioni di investimento. Esattamente come le visioni del futuro che raccontano i tarocchi.
Un buon accompagnatore esorterà a non avere paura nemmeno quando il più famoso dei profeti di sventura prospetta l’ennesimo imminente crollo – così come non serve fare testamento se la maga estrae dal mazzo la carta della Morte o il 9 di Spade. Fa tutto parte del gioco, non bisogna impazzirci!
La seconda grande attrazione del nostro esempio sono le montagne russe. Nel nostro luna park immaginario, si trovano proprio accanto alla tenda della cartomante.
Si sale sempre più su – e poi giù a tutta velocità! Off limits per chi è debole di stomaco. A volte anche in borsa sembra di essere sull’ottovolante: i prezzi salgono alle stelle e poi scendono in picchiata. Non solo sui mercati azionari, ma anche su quelli obbligazionari e gli ultimi 18 mesi ne sono la prova lampante. E allora dovremmo chiederci: quanto di tutto questo, quante di queste fluttuazioni, di questi alti e bassi, siamo personalmente disposti a sopportare? Che tipo di investitori siamo? Cercando di rispondere nel modo più onesto possibile.
È meglio non cercare di fare gli eroi. Il che vale sia al luna park che per gli investimenti. Si tratta piuttosto di trovare un percorso da seguire senza problemi, una strategia di investimento e i relativi prodotti che permettano di dormire sonni tranquilli.
In definitiva, le fluttuazioni dei prezzi non sono di per sé un rischio e sono del tutto normali. Questa è la buona notizia. Quella un po' meno buona è che non tutti sono in grado di sopportare le oscillazioni, almeno non quelle forti.
Lavoro nel settore finanziario da circa 25 anni e ho vissuto diverse crisi di borsa, più e meno gravi. Una cosa posso dire con certezza: quando i principali indici azionari scivolano del 30, 40 o addirittura 50 per cento, in pochi riescono a mantenere i nervi saldi. Ho visto abili investitori, imprenditori con decenni di esperienza, “condottieri” del mercato azionario, che si sono lasciati prendere dal panico e hanno venduto le loro azioni al culmine di una crisi – cioè, nel momento peggiore – semplicemente perché non ce la facevano più. Soffrivano, nel vero senso della parola e passavano notti insonni.
Più i prezzi delle azioni scendono, più gli investitori temono che le cose vadano ancora più a rotoli. Un po’ per volta, sempre più giù. A un certo punto si scatena il panico e la stragrande maggioranza degli investitori getta la spugna.
Spesso mi chiedono qual è il modo migliore per investire: direttamente in azioni o obbligazioni? Tramite fondi a gestione attiva? O meglio attraverso un fondo indicizzato negoziato in borsa, meglio noto come ETF ?
La mia risposta è sempre la stessa: dipende. Se vi piace studiare le aziende e i loro modelli di business, avete una buona familiarità con questo tipo di analisi e, soprattutto, potete dedicare loro molto tempo, allora i singoli titoli sono la scelta giusta per voi – e tanto di cappello! Ma credo che pochissime persone siano in grado di farlo seriamente. Io, comunque, non me la sentirei.
Con gli ETF, invece, lo sforzo è limitato. Gli investitori investono tramite un indice in molte società diverse e non devono quindi preoccuparsi di selezionare i singoli titoli. Gli ETF sono un ottimo strumento, per giunta poco costoso, per investire denaro in modo relativamente “diversificato”. Ma c’è un “ma”: non sono adatti a tutti, perché richiedono un elevato grado di tolleranza alle fluttuazioni da parte degli investitori.
Un indice segue determinati mercati, nei momenti positivi ma anche in quelli negativi. Cioè anche quando le borse – come ho appena detto – rischiano di scivolare in un baratro senza fondo e scatenano il panico. Se il mercato azionario crolla del 30%, anche l’ETF che lo segue perde il 30%. E la probabilità che gli investitori “abbandonino la nave” – oggi bastano un paio di clic su qualunque piattaforma di brokeraggio online – aumenta ad ogni punto che l’indice perde. Bisogna quindi avere un buon grado di sopportazione. Per chi se la sente davvero, e ha un orizzonte di investimento a lungo termine, gli ETF sono lo strumento perfetto.
I più ansiosi, come me, farebbero meglio a rivolgersi ai fondi gestiti attivamente, ma gestiti bene. Sono più costosi degli ETF e non necessariamente hanno performance migliori nel lungo periodo, ma risparmiano i nervi nelle fasi in cui bisogna mantenerli più saldi, proprio perché – a differenza degli ETF – non mettono tutte le aziende in un unico paniere, ma cercano di selezionare i modelli di business resilienti ed evitare quelli meno buoni, quelli vulnerabili. E quando tutti affondano, loro in genere riescono a stare abbastanza a galla. Ho avuto ottime esperienze con questi prodotti e dormo sonni tranquilli. Per me personalmente, un buon fondo multi-asset è come un buon accompagnatore a un luna park: sceglie per me le giostre più adatte.
Una cosa però è chiara: le fluttuazioni dei prezzi sono parte integrante del mercato azionario, proprio come gli alti e bassi delle montagne russe. Nel lungo periodo, sono il prezzo da pagare per il rendimento che si vuole ottenere. Sta a voi scoprire il vostro grado di sopportazione. Fatevi aiutare da un buon consulente: eviterete “giostre” che potrebbero non essere di vostro gradimento.
Dopotutto, non siete obbligati a provare tutte le montagne russe.
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