06.01.2021 - Stephan Fritz

Cinque linee guida per un buon investimento


Cinque linee guida per un buon investimento
Bloomberg

Il mondo è fragile, non solamente dallo scoppio della pandemia di Covid-19 e difficilmente le cose cambieranno anche dopo questa emergenza. Tali prospettive non rendono di certo più facile la vita agli investitori. La domanda è quindi, come reagire? 

A nostro avviso gli investitori hanno tre possibilità per collocare i loro capitali: confidare nell’onnipotenza delle banche centrali per risolvere qualsiasi crisi, scommettere (tutto) sulla prossima grande crisi del sistema finanziario oppure scegliere una strategia d’investimento solida con un sufficiente “buffer di rischio” per superare più o meno le crisi indenni, senza sacrificare la maggior parte del potenziale rendimento. 

Andrà tutto bene? 

Gli investitori che optano per il primo approccio ne sottovalutano i rischi a lungo termine e la fragilità del sistema finanziario. Vivono nella convinzione che il mondo non cambierà. La maggior parte del loro patrimonio è investito in prodotti che danno un interesse pressoché nullo. Il contesto dei tassi a zero non li preoccupa particolarmente. D’altra parte, il loro motto è “andrà tutto bene”. Nel loro mondo non sono contemplate interruzioni strutturali o inversioni di tendenza. Un approccio comodo, che però a lungo termine costituisce una minaccia per il patrimonio. Questo tipo di investitore si comporta essenzialmente, come mi piace dire, come un tacchino: si gode la vita. Si pavoneggia giorno dopo giorno (nella mangiatoia), finché non arriva il giorno del Ringraziamento quando finisce dritto in forno.  

Il crollo è assicurato. L’unica domanda è quando? 

Gli investitori che prediligono la variante due si comportano esattamente all’opposto: pensano sempre al peggio e puntano tutto sul grande crollo. Per farlo si posizionano di conseguenza sui mercati a termine (in particolare i professionisti) o strutturano il proprio patrimonio in modo monotematico, ad esempio investendo tutto in oro e seppellendo i lingotti nel giardino. Il problema è che non sanno quando ci sarà il famoso crollo. Una crisi come quella della scorsa primavera non arriva “su ordinazione”. Potrebbe anzi arrivare molto più tardi di quanto previsto.  

E visto che queste scommesse costano caro, gran parte della posta in gioco rischia di andare in fumo ancor prima dell’agognato tracollo.  

Gestire i rischi e riconoscere le opportunità d’investimento 

Resta infine la terza possibilità, ovvero una strategia d’investimento solida. Il fulcro di questo approccio è un portafoglio ampiamente diversificato, composto da più asset class e singoli titoli. Nelle fasi di turbolenza, questa strategia dovrebbe dimostrarsi abbastanza resiliente da limitare le perdite, come dimostrato chiaramente in primavera, mentre nei periodi più tranquilli consentirebbe di generare risultati apprezzabili. Ma in concreto come potrebbe essere questa strategia? 

Ci sono diverse possibilità per investire in modo sensato, che possono variare in base alla predisposizione personale e alla percezione del rischio di ciascun investitore. Le seguenti spiegazioni sono da intendersi come indicazioni scaturite dalla nostra conoscenza ed esperienza nella gestione del patrimonio, ma non è nostra intenzione stabilire dei dettami. 

Le strategie d’investimento hanno bisogno di regole chiare 

Siamo dell’idea che una strategia d’investimento debba seguire regole chiare. Per esempio, il patrimonio andrebbe sempre diversificato su ampia scala, ossia ripartito in modo sensato: non tutto sul libretto di risparmio ma nemmeno tutto in obbligazioni, in azioni o in metalli preziosi. La diversificazione  dovrebbe riflettere la consapevolezza dell’investitore di non poter prevedere il futuro, oltre che la sua volontà di prepararsi per affrontare al meglio ogni evenienza. È il classico approccio multi-asset. 

Ampia diversificazione del patrimonio 

A nostro avviso diversificare non significa solamente ripartire il patrimonio in diverse classi di attività e singoli titoli, ma anche suddividerlo in diverse aree valutarie. Un investitore dell’area euro farebbe bene a non investire tutto il suo patrimonio nella moneta unica, dovrebbe scegliere anche valute “più solide”.  

Farsi le domande giuste 

Non è tutto: una volta suddiviso il patrimonio in diverse asset class, singoli titoli e valute, bisognerebbe comporre il puzzle in modo sensato. Quando dovrebbe essere la quota di azioni, dal momento che le banche centrali hanno di fatto azzerato i tassi di interesse? Quali sono le ripercussioni sulla componente obbligazionaria, che in realtà dovrebbe stabilizzare le performance del portafoglio? E quanto bisognerebbe allocare in oro (anche in relazione alle altre classi di attività) affinché questo metallo prezioso possa svolgere la sua funzione assicurativa? Anche la selezione dei singoli titoli è importante. Non è raro elaborare scenari in cui titoli diversi si rivelano analogamente rischiosi.  

La composizione di un portafoglio dipende dall’andamento del mercato dei capitali: quali sono i fattori più importanti che influenzano le borse a lungo termine e quali sarebbero i pericoli da evitare? La struttura patrimoniale dovrebbe tenerne conto ed essere abbastanza flessibile da potersi adattare nel tempo. 

Caratteristiche di una strategia d’investimento solida 

Una caratteristica imprescindibile di una solida strategia d’investimento dovrebbe sempre essere, a nostro avviso, la qualità degli asset selezionati. Scommettere sulle tematiche in voga (a breve termine) ci sembra poco lungimirante sul mercato azionario ed è spesso un vero e proprio gioco d’azzardo. È più importante invece concentrarsi sugli aspetti sostanziali di un investimento, sull’ammontare dei rendimenti che quest’ultimo è in grado di generare nel lungo termine e soprattutto, sulla loro prevedibilità. Gli investitori dovrebbero quindi sempre valutare la solidità del modello di business e dei ricavi di un’azienda. I dividendi  sono corrisposti in modo regolare ed affidabile? La gestione aziendale è buona? Nel lungo termine la qualità vince sempre - anche negli investimenti monetari. E questo è importante più che mai da quando il Covid-19 tiene il mondo in pugno. Il virus minaccia non solo la nostra salute, ma anche le aziende con modelli di business non sufficientemente robusti. 

La differenza tra prezzo e valore 

Il prezzo è ciò che si paga, il valore è ciò che si riceve in cambio. Come fanno i bravi commercianti nella compravendita della propria merce, anche gli investitori a nostro avviso dovrebbero soppesare attentamente il valore delle società che desiderano aggiungere al loro portafoglio. Il prezzo è forse nettamente superiore al potenziale valore dell’investimento? La quotazione è adeguata o ancora meglio, inferiore all’effettivo valore? Gli investitori non dovrebbero mai lasciarsi tentare dalle esagerazioni delle borse, ma piuttosto concentrarsi sempre sul vero valore di un investimento. 

Garantire la piena continuità operativa 

Altrettanto importante è la flessibilità. Solo chi dispone di un cuscinetto di liquidità è in grado di sfruttare le opportunità di investimento che si presentano. Prima o poi succederà. Ma questo accorgimento da solo non basta. Riteniamo quindi che il termine flessibilità e di conseguenza il termine liquidità, vadano interpretati in senso molto più ampio. Prima di procedere con un acquisto potenzialmente interessante, un investitore dovrebbe valutare ogni singola attività per stabilire con che facilità sarebbe liquidabile all’occorrenza. A cosa serve un investimento se non ci fosse mercato in caso di emergenza? Gli investitori infine dovrebbero prestare attenzione anche alla solvibilità , sia alla propria che a quella degli emittenti delle azioni e delle obbligazioni che acquistano. La solvibilità è il presupposto per l’indipendenza e la capacità d’azione; al contrario un forte indebitamento è la causa più frequente di fallimenti e perdite di patrimonio.  

Senza azioni è difficile 

Chi tiene conto di tutti questi aspetti: diversificazione, qualità degli investimenti, flessibilità, solvibilità e valore, innalza un muro immaginario per proteggersi contro le tempeste ricorrenti sui mercati azionari. Eppure, nonostante la protezione offerta da questo muro, non è detto che l’investitore sia totalmente immune dalle perdite. Non esiste una polizza Kasco, anche se in molti la vorrebbero. Il muro però, dovrebbe essere abbastanza solido da contenere le tempeste.  

Il pilastro portante di un portafoglio ampiamente diversificato è rappresentato, giusto per citare una classe di attività esemplificativa, da azioni a lungo termine di società di alta qualità. In un mondo a tassi zero, questi titoli sono sempre più importanti, se non irrinunciabili, per la conservazione e la crescita del patrimonio. 

Dipende tutto dalla qualità delle aziende 

Certo, le valutazioni sul mercato azionario sono aumentate notevolmente negli ultimi anni e il rally successivo al crollo dei prezzi della scorsa primavera sembra davvero strano. A seconda dell’indice azionario utilizzato come riferimento, il rapporto medio prezzo-utile (P/E) è vicino o addirittura superiore alla media storica. Le azioni sono quindi troppo costose? Fondamentalmente dipende dall’azienda in questione e dall’andamento del business: flussi di cassa, prospettive di profitto, fatturato.  

Vero è che il bilancio di una società non è l’unico fattore decisivo per la quotazione in borsa; anche il tasso di interesse è un parametro di riferimento importante. O in altre parole, l’attrattività del mercato azionario dipende non da ultimo dalle alternative d’investimento disponibili. Se un investitore ottiene il 5% dal suo titolo di Stato decennale (a tassi d’inflazione del 2%), avrà giustamente qualche remora ad acquistare un’azione con una valutazione superiore alla media. Ma cosa succede se lo stesso titolo di Stato non garantisce più un rendimento e, anzi, l’investitore ci rimette prima ancora della scadenza? 

A nostro avviso, quanto più basso è il livello di rendimento delle obbligazioni, tanto più elevata dovrebbe essere la valutazione delle azioni. A condizione che la qualità corrisponda. Il concetto di solidità non si riferisce quindi solo alle varie classi di attività e alla loro composizione, ma anche ai singoli titoli. Il portafoglio è infatti la somma delle sue parti. 

Stephan Fritz è Portfolio Director Multi Asset in Flossbach von Storch AG. 

 

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