05.09.2019 -
Il Brexit fa notizia, ma per gli investitori ci sono altre questioni più importanti. Il motivo ce lo spiegano Philipp Vorndran e Thomas Lehr nella seguente intervista.
Thomas Lehr: La Brexit.
Vorndran: Perché il nostro settore, ma anche i media, hanno assillato gli investitori con questo argomento e hanno generato molte paure. Tutto questo ha richiesto moltissime energie e un enorme sforzo mentale – e a cosa è servito? A nulla!
Lehr: Migliaia di studi, innumerevoli interviste e analisi. Nulla di ciò che era stato previsto e profetizzato dai rappresentanti del nostro settore si è verificato né, a conti fatti, ha avuto un impatto significativo: che si trattasse di Brexit “dura” o “morbida”, rinvii o niente rinvii, nuove trattative o la loro interruzione. Tutti scenari possibili, ma nessuno che abbia giovato agli investitori. Al contrario.
Vorndran: La Brexit, in qualunque forma avverrà (o non avverrà), nel lungo termine è semplicemente irrilevante!
Vorndran: Non fraintendetemi: la rilevanza riguarda esclusivamente la componente economica, non quella politica. Sono due cose molto diverse. Da un punto di vista politico, la Brexit è un grosso problema. A lungo termine aumenta le forze centrifughe all’interno dell’UE e, di conseguenza, nella zona euro. Inoltre, perdere il Regno Unito significa perdere un membro e un partner affidabile, soprattutto per quanto riguarda le questioni di politica economica. In qualità di europei convinti, pensiamo sia un peccato che i britannici abbiano deciso così, ma dobbiamo accettare la loro scelta e trarne il meglio possibile.
Lehr: Dal ruolo dell’economia britannica per la congiuntura globale. Dal referendum sulla Brexit dell’estate 2016, ad esempio, l’economia cinese è cresciuta di un ordine di grandezza che corrisponde al prodotto interno lordo (PIL) –
ovvero al risultato economico complessivo – della Gran Bretagna. Questo, secondo noi, dimostra inequivocabilmente chi è il moscerino e chi è l’elefante, il che nel lungo termine ha più o meno rilevanza per gli investitori.
Vorndran: Fondamentalmente, il teatro della Brexit è un esempio perfetto della fastidiosa interferenza che il contesto borsistico produce ogni giorno.
Vorndran: Assolutamente sì. E questo dipendente sostanzialmente dalla velocità con cui le informazioni cambiano.
Lehr: Di recente, su un sito web di finanza del settore di tutto rispetto ho letto una relazione di mercato intitolata “Il Dax crolla”. L’andamento dei prezzi sottostante, tuttavia, è stato solo del - 1 %. Un calo del tutto nella norma... Mi domando quali saranno i titoli dei giornali se un giorno il Dax perderà il 5 % o più in un giorno, cosa che peraltro di tanto in tanto capita. Sentiremo parlare di declino finale?
Vorndran: Questo succede quando un mezzo di comunicazione all’avanguardia come internet deve commentare ogni singolo cambiamento nel più breve tempo possibile. Una gara di superlativi!
Lehr: Con il risultato che l’investitore viene sovraccaricato di informazioni che, nella maggior parte dei casi, farebbe meglio a dimenticare il più in fretta possibile.
Vorndran: Che dobbiamo respirare profondamente, non lasciarci confondere e valutare ciò che conta davvero nel lungo termine – e cosa no. Dobbiamo avere pazienza.
Lehr: E non leggere ogni singola relazione di mercato pubblicata in rete...
Questa intervista è stata pubblicata nell’ultimo numero della nostra rivista “Position” disponibile in abbonamento gratuito. Vai all’abbonamento.
Philipp Vorndran e Thomas Lehr sono Strategist del mercato dei capitali in Flossbach von Storch AG
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