06.06.2019 - Flossbach von Storch

BCE: Point of no Return (punto di non ritorno)


BCE: Point of no Return (punto di non ritorno)

Europa: la tanto auspicata inversione di tendenza nei tassi d’interesse tarda ad arrivare. Semplicemente perché non può arrivare. La BCE infatti ha da tempo superato il “Point of no Return”. Scopriamo perché.

Alla partenza di un aereo c’è sempre un momento in cui la procedura di decollo non può più essere interrotta. Lo stesso “Point of no Return” esiste anche nella politica monetaria. Il Presidente della BCE, Mario Draghi, ha promesso di fare del suo meglio per salvare la moneta unica. Ecco perché il “pilota” deve continuare a volare almeno fino al termine del suo mandato a ottobre 2019. I tassi d’interesse si manterranno a bassi livelli. Durante il suo mandato, Mario Draghi non ha solo salvato l’euro, ma è stato anche il primo presidente della BCE a non apportare aumenti ai tassi.

La politica monetaria si conferma ultra-accomodante

Dai dettagli sulla futura politica monetaria della BCE, pubblicati a marzo di quest’anno, una revoca degli attuali toni ultra-accomodanti sembra improbabile anche dopo Draghi: almeno fino all’inizio del 2020, infatti, i tassi di riferimento rimarranno prossimi allo 0% e quelli di deposito a -0,4%. Inoltre, la BCE sostituirà verosimilmente le obbligazioni in scadenza in suo possesso con nuovi acquisti ben oltre la data del primo aumento dei tassi e non intende riportare a un livello “normale” il proprio bilancio. Le banche potranno dunque contare sulla BCE per rifinanziamenti di qualunque portata almeno fino al 2021. Come previsto, Draghi ha annunciato anche un terzo round di cosiddette “Operazioni di rifinanziamento mirate a lungo termine (TLTRO)” per sostenere gli istituti più deboli. Questa forma di rifinanziamento bancario durerà fino al 2023.

Margine d’azione limitato per il successore di Draghi

A prescindere da chi siederà al posto di Capitan Draghi a ottobre, il fardello da portare sarà pesante. Dopo una lunga fase di espansione, lo slancio economico potrebbe rallentare. Ma poiché i tassi si trovano ai livelli minimi, il margine di manovra della BCE in caso di indebolimento del momentum congiunturale è limitato. Se la crisi del debito nell’Eurozona dovesse inasprirsi, la BCE potrebbe riavviare il programma di acquisto obbligazionario nel tentativo di sostenere gli Stati euro in crisi. E così il pilota sarà costretto a prolungare il volo per lasciare al personale di bordo il tempo necessario a predisporre il tappeto di sicurezza e rendere più morbido l’atterraggio d’emergenza.

L’aumento dei tassi è come una Fata Morgana

Se un tale atterraggio “soft” è ancora possibile è tutto da vedere. I paesi della zona euro, fortemente indebitati, hanno già sprecato il tempo che la BCE aveva concesso loro con la sua politica di bassi tassi d’interesse. Ma alla luce degli sviluppi politici in molti paesi, sembra che le sorti future cambieranno poco. La tanto auspicata inversione di tendenza nei tassi d’interesse in Europa tarda ad arrivare, semplicemente perché non può arrivare. Dopo sei anni di rilancio (addirittura dieci se non si considera la piccola battuta d’arresto della crisi dell’euro del 2012/2013), l’aumento dei tassi è ancora una Fata Morgana.

 

Questo contributo è stato pubblicato nell’ultimo numero della nostra rivista “Position” disponibile in abbonamento gratuito. Vai all’abbonamento.

 

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